Il 24 ottobre del 1870, di mattina, muore in Francia, rifugiato nel monastero di Fontfroide, Antonio Maria Claret. Ha 62 anni e 10 mesi, consumati in una passione per la vita degli uomini. Una passione che nasce dall’essere stato discepolo di Gesù con tutta la dedizione della vita.
Operaio tessile, prete, missionario come gli apostoli, animatore di iniziative di bene, fondatore di gruppi di donne e uomini al servizio della misericordia, arcivescovo nell’isola di Cuba, editore e scrittore, confessore presso la corte di Spagna, padre del Concilio Vaticano I, perseguitato.
Una vita segnata dal camminare tra gli uomini perché potessero realizzare una vita degna e cosciente.
Ha lasciato alle sue figlie e figli un’eredità di fuoco e vento dello Spirito, e la cordialità di Maria.
«Fu un missionario e un pastore che seppe molto di periferie geografiche ed esistenziali, e che – per dirla con un’espressione popolare di papa Francesco – aveva addosso “l’odore delle pecore”» Gonzalo Fernández Sanz
Attilio Guasco
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