Nel mondo antico probabilmente non si era mai parlato tanto di pace come durante i primi due secoli dell’Impero Romano. Di fatto, pace e vangelo erano le due parole principali utilizzate dalla propaganda imperiale.
Nell’iscrizione di Priene, dell’anno 9 a. C., ad esempio, si legge: “La provvidenza, che divinamente dispone la nostra vita… a noi e ai nostri discendenti ha concesso il dono della pace, poiché questo Cesare (Augusto) ha superato la speranza portata dai suoi predecessori, il suo vangelo ha superato tutti gli altri“.
Pace e vangelo sono anche fra le parole più frequenti del Nuovo Testamento. Perciò, quando Paolo parla del “Dio della pace” (Rm 15,33), lo contrappone all’invincibile Dea della Pax Romana; e quando parla del “Vangelo di Dio” (1Ts 2,2), lo contrappone al vangelo di Cesare. Il vangelo di Cesare è il vangelo del crocifissore, la pace imposta con la forza da parte di chi detiene il potere; mentre il Vangelo di Gesù è il Vangelo del crocifisso, la pace costruita dal basso da parte di chi si oppone al sistema imperiale con la nonviolenza attiva. È possibile oggi “risvegliare il sogno di Dio” e riportare profeticamente il Vangelo alla sua integrità?
Scriveva Tertulliano, nel secolo III d. C.: “La nuova Legge converte alla mitezza la primitiva ferocia delle spade e delle lance, trasforma le antiche guerre contro i nemici negli atti pacifici di arare e coltivare la terra“.
La realtà di oggi, purtroppo, in cui le nazioni “cristiane” sono le più armate, contraddice l’affermazione di Tertulliano. Urge, dunque, risvegliare il sogno di Dio e riproporlo a tutta la società, perché converta anche le sfere economiche e politiche.
Alberto Degan
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.