La cultura postmoderna, con il suo relativismo, appare agli antipodi del messaggio cristiano. Esistono dunque culture impermeabili per essenza al Vangelo? L’autore, che si dice «profondamente segnato dalla visione del Concilio Vaticano II», è convinto di no. E lo spiega appoggiandosi anche a un filosofo della postmodernità come Jacques Derrida, da cui trae intuizioni feconde per la stessa teologia sulla Trinità. Il suo argomentare, peraltro, non è meramente accademico.
Padre Sivalon è un missionario, e l’interesse al postmoderno nasce dalla sua esperienza africana: là ha scoperto che «Dio è presente in tutte le culture». In esse siamo ormai abituati a scorgere i «semi del Verbo»; il postmoderno, però, con il suo carico di «incertezza» ci pare minacciare la «metafisica» che riteniamo indispensabile alla fede cristiana. E se l’incertezza fosse invece un dono? Se fosse il terreno su cui la fede fiorisce? È proprio l’incertezza che meglio accoglie l’Amore che si svuota da sé.
In collaborazione con la rivista Missione Oggi
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