Un vescovo e un popolo si incontrano e così inizia uno scambio.
Il vescovo può dire alla gente “Siete il mio popolo”, e la gente può dire: “Sei il nostro vescovo”.
Da questa reciproca appartenenza nascono la fiducia e l’impegno per conquistare libertà e dignità, affrontando gli abissi di ingiustizie e discriminazioni frutto di secoli di dominazione.
Questa esperienza richiama la liberazione di quella massa di schiavi che i faraoni di Egitto avevano sfruttato per costruire le loro città granaio e le piramidi sepolcrali.
Il lungo e difficile cammino di liberazione che Mosè fece compiere a quegli schiavi perché diventassero popolo ebbe come simbolo i pani azzimi e le erbe amare del banchetto pasquale.
In un delicato momento della loro storia, Samuel Ruiz e il suo popolo condividono tortillas, riso e erbe amare, un nuovo simbolo di un cammino non meno aspro di liberazione, affidato anch’esso alla potenza di Dio.
“El caminante“, titolo del periodico della diocesi di San Cristobál de las Casas, può essere anche il termine che definisce la figura di questo nuovo inerme condottiero, Samuel Ruiz, messicano, vescovo della Chiesa cattolica, cittadino del mondo.
Tomaso Zanda
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