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Shiva Vandana
Parole che cambiano il mondo
«La colonizzazione delle nostre menti per adattarle alla macchina per fare soldi avviene modificando i significati delle parole in modo che non siano più radicate nella nostra realtà e nelle economie relai, ma si inseriscano nell'architettura dell'arricchimento» Ci sono parole che orientano il mondo e parole che lo confondono, portandoci sulla strada sbagliata. Di quanta menzogna o quanta verità sanno farsi carico termini come "economia", "ambiente", "ecologia", "finanza”, "guerra", "pace", "lavoro"? Vandana Shiva opera un lavoro di demistificazione del linguaggio, per restituire alle parole la loro funzione primaria e guidarci così ad una maggiore comprensione delle dinamiche che governano il mondo. Il libro, pubblicato in anteprima mondiale, è pensato per un pubblico vasto e interessato ai temi del cambiamento climatico, della sostenibilità e di uno stile di vita sempre più attento al Pianeta.
Andrea Ferrazzi
In politica per l'ambiente

Ambiente e territorio, transizione ecologica ed energetica, economia circolare e rifiuti, rigenerazione urbana e contrasto ai cambiamenti climatici: sono questi i temi affrontati da Andrea Ferrazzi, protagonista - da Senatore della Repubblica - dalla storica modifica della Costituzione in chiave ambientale. La prospettiva è quella del Green New Deal, il nuovo Patto verde su cui l’Ue ha scommesso per favorire l’abbandono dei combustibili fossili e che rappresenta, insieme al Recovery Fund, l’occasione per superare la crisi attraverso uno sviluppo sostenibile, capace di futuro. Perché solo attraverso l'innovazione dei modelli produttivi e organizzativi si potrà migliorare la qualità della vita delle persone anche nei centri urbani e ristabilire un equilibrio più sano e proficuo tra uomo e ambiente.

La Valle Raniero
Leviatani, dov'e' la vittoria?

A un anno di distanza dall’invasione dell’Ucraina, il mondo si trova sempre più immerso nella follia della guerra. Una follia a cui – è il monito di Papa Francesco – «non possiamo rassegnarci». Al tempo stesso, però, si sono ridotti gli spazi di critica e persino la parola “pace” rischia di essere svuotata del suo vero senso.Come siamo arrivati a tanto? L’Autore, giurista e giornalista, figura storica del pacifismo italiano, offre in questo suo libro un’analisi critica e storica rigorosa che parte da una domanda: «Come siamo arrivati a questo punto?». Come siamo passati dalla guerra fredda al crollo del Muro di Berlino e, da questo, alla «terza guerra mondiale a pezzi» di cui parla Francesco? Come e perché  gli Stati – i Leviatani che il capitalismo finanziario degli anni novanta dava per morti – sono tornati a servirsi dello strumento principe della paura: la guerra?

Agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, scrive Raniero La Valle, «la guerra non solo era bandita dal diritto, ripudiata dalle Costituzioni, ma godeva di un unanime discredito e repulsione nell’opinione pubblica mondiale. La guerra, identificata con la guerra nucleare, era considerata come il male assoluto, anche dai governanti. La Guerra fredda era combattuta per evitare la guerra. La guerra era il terrore; la pace era l’e­quilibrio del terrore, era la deterrenza: cioè togliere il terrore con il terrore. Nella nuova situazione creatasi dopo il 1989, la guerra invece doveva essere ripristinata, richiamata dal suo esilio, eticamente riscattata e di nuovo agghindata e adornata come una sposa. E naturalmente occorreva anche tenere in mano le carte per l’ultima partita sulla ripartizione e l’utilizzo delle riserve in via di esaurimento del petrolio e degli altri combustibili fossili».

Oggi la guerra è combattuta per iniziare altre guerre. È un conflitto permanente, probabilmente asimmetrico, certamente totale che, passando dall’Iraq alle torri gemelle, dall’Afghanistan all’attuale situazione di conflitto multipolare ha portato alla situazione attuale. Una situazione in cui nessuno sa più distinguere tra amico e nemico, perché ognuno è potenzialmente un nemico, e il campo politico e sociale è letto attraverso il filtro di un messianismo rovesciato.

Da questa genealogia della guerra contemporanea – a cui è dedicata la prima parte del volume – prende spunto l’Autore per analizzare l’evolversi della situazione in Ucraina. Un «diario in presa diretta», un «reportage di idee», come lo avrebbe chiamato Michel Foucault, che dal 26 gennaio al dicembre 2022, mette in ordine fatti, cronache, situazioni che mostrano come la «guerra non sia solo come continuazione, ma la sosti­tuzione della politica con altri mezzi».Al centro di questa situazione, ci sono i Leviatani, la bestia biblica evocata da Giobbe e ripresa dal padre della teologia politica occidentale: Thomas Hobbes. Evocati fin dal titolo del libro, questi Leviatani sono oggi in lotta permanente tra loro: «Sono loro che credono alla vittoria, degli uni contro gli altri, e la vittoria non la possono avere».

«Ma intanto che fare? Come uscire dalla distretta? Il mondo, che per natura e per grazia vorrebbe vivere in pace, è devastato oggi da una muta di Leviatani che si affrontano proprio là dove solo trent’anni fa Est e Ovest avevano celebrato la loro riconciliazione. Dal branco se ne stacca uno, che guarda più lontano, oltre la guerra in corso, che ha detto di non volere alcuno né sopra né uguale a sé, che è la formula dell’Impero».

A questo punto, conclude l’Autore, che offre nel libro molti esempi concreti, si potrebbe e dovrebbe riprendere in mano il progetto di un costituzionalismo oltre lo Stato, «e ripensare il mondo, non come l’abbiamo pensato e malversato fin qui, ma com’era fin dal principio e noi non l’avevamo capito».

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