Port-de-Paix, Haiti.
Il racconto inizia nelle periferie di questo paese martoriato, tra i più poveri dell’America Latina. I sentimenti e l’impegno dell’Autore si intrecciano con la dura vita quotidiana dell’isola. Ad Haiti ci sono davvero le spiagge incantate dei depliant pubblicitari, ma anche discariche a cielo aperto, miseria, fame, malnutrizione, e malattie come dissenteria, tubercolosi, polmonite, morbillo continuano a seminare morte tra la gente.
Le coste di Haiti sono meravigliose, ma la vita media è di 49 anni. Nei villaggi turistici, quando c’erano, ci si divertiva fino a tardi, ma nella capitale la corrente elettrica arrivava soltanto una volta la settimana.
Ogni giorno i bambini lottano per la sopravvivenza, percorrono chilometri per andare a prendere l’acqua, non possono andare a scuola, giocare, vivere. Su mille nati, il 12% non raggiunge i cinque anni di età.
A causa dell’incandescente clima politico e delle violenze che attraversavano il paese, il Ministero degli Esteri italiano consigliava di recarsi ad Haiti solo per ragioni improrogabili. I volontari ne hanno sempre avute a centinaia: i bambini della baraccopoli di Fatima, tra cui Théophile, uno degli oltre 2 milioni di bambini nel mondo condannati dall’Aids.
Striscia la notizia, il programma di Antonio Ricci, ha più volte appoggiato le attività di Anpil, collegandosi anche in diretta telefonica con Haiti, quando alcuni uragani investirono l’isola, per avere notizie dei bambini adottati a distanza.
Alessandro Corallo
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