Il missionario che non partì mai

«Oggi si parla di missionarietà con molta facilità e frequenza. I nostri progetti pastorali, nazionali e locali, sono tutti permeati da questa prospettiva missionaria. Lo è anche il nostro Progetto diocesano. A somiglianza della Trinità, che è tutta in missione nel mondo, anche la Chiesa è chiamata a mettersi al servizio del mondo». (Lucio Soravito, vescovo di Adria-Rovigo)

Don Achille Corsato, che ha generato la Famiglia missionaria della Redenzione e ha percepito, ancor prima del Vaticano II, che la Chiesa è per sua natura missionaria, ci chiede di uscire dalle nostre chiese, dai locali della parrocchia e ci manda a “rendere ragione della nostra speranza” a quell’80% di battezzati che in chiesa vengono raramente; per dirla con il nostro Progetto, ci invita a “passare dalla pastorale delle campane alla pastorale dei campanelli”; ci chiede di incontrare le famiglie nelle loro case, i giovani nei loro ambienti di vita, gli adulti credenti e non credenti nei loro “areopaghi”.
Un testimone che brilla nelle chiese del Veneto e più in generale nella chiesa in Italia.

Giuseppe Buono