Le guerre hanno cambiato nome: sono umanitarie, preventive ed esportano la democrazia. Sono propagandate dai media occidentali con slogan quali enduring freedom, peacekeeping, giustizia infinita, lotta totale al terrorismo.
Le guerre si sono moltiplicate: alcune contano, molte passano inosservate. A stabilire la graduatoria, a decidere della visibilità o della censura è l’imponente apparato del potere mediatico. Le uniche vittime che hanno diritto di cronaca sono quelle degli eserciti invasori.
Le guerre sono supertecnologiche: utilizzano armi “intelligenti” e bombardamenti “chirurgici”. La morte di migliaia di civili è nascosta dietro la voce “effetti collaterali”.
Attraverso i continenti, dall’Africa all’Europa, dall’Asia all’America Latina, gli autori descrivono le guerre che li insanguinano e ne spiegano i motivi, quelli noti, quelli taciuti e quelli inventati, senza mai perdere di vista le vere cause delle guerre e del terrorismo: la povertà, le disuguaglianze, le ingiustizie.
Una cronaca che si conclude con due verità: che la guerra è sempre una scelta e che la pace è una responsabilità umana cui nessuno può sottrarsi
Benedetto Bellesi, Paolo Moiola
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