Diviene inevitabile, e non solo nel nostro paese, prendere coscienza delle ampie e pervasive dimensioni della "questione delle armi". Gli avvenimenti recenti – soprattutto i "bombardamenti chirurgici" sulla Libia – impongono nuove analisi, in particolare sul nesso causale tra migrazioni e conflitti.
L'intento di OPAL è quello di offrire materiali di riflessione a chi vuole operare nell'ambito della nonviolenza, e strumenti anche informativi per divulgarne i principi.
Nelle pagine dell'Annuario, il lettore può trovare l'analisi dei rapporti dell'UE sulle esportazioni di armi dei paesi europei, da cui risulta il ruolo di Francia, Gran Bretagna, Germania e – in prima fila – dell'Italia nella ripresa di una "corsa agli armamenti" che riempie gli arsenali proprio di quei paesi indicati come base di partenza di "ondate migratorie epocali", e dove spesso i diritti umani vengono violati.
Per riportare i temi della cultura nonviolenta al centro del discorso pubblico proponiamo riflesisoni sul linguaggio della pace, sulle vicende della resistenza birmana attorno alla figura carismatica di Aung San Suu Kyi, sull'esperimento di una "riconversione possibile" tentato nel secondo dopoguerra nello stabilimento Breda di Brescia.
Alle questioni dell'informazione sono poi dedicate la denuncia delle carenze e distorsioni nel dibattito circa i possibili effetti sulla salute delle munizioni all'"uranio impoverito", e uno sguardo sulle insofferenze del mondo della caccia in Italia, sempre più legato alla lobby dell'industria armiera.
Il volume è curato da OPAL – Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa – associazione onlus promosso da diverse realtà dell'associazionismo bresciano e da singoli cittadini per diffondere la cultura della pace e offrire alla società civile informazioni di carattere scientifico circa la produzione e il commercio delle armi e approfondimenti sull'attività legislativa del settore.
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