«E così ti amo anch’io, insieme a lui, Africa non mai mia, mio pane avaro, mia fiamma che bruci e mi consumi col sole tuo, coi tuoi silenzi bui, per quel tuo nome amaro stillato da cortecce di dolore, per il velluto lunare di quel tuo volto, ieri due volte appena, oggi tre volte e più, tatuato arroventato sul mio cuore».
Alfredo Fiorini (Terracina, 5 settembre 1954 – Muiravale, 24 agosto 1992), medico missionario comboniano, è stato e rimane, anche per le nuove generazioni, un modello di vita che diventa dono. Fin dai suoi primi viaggi in Africa, durante gli studi teologici in Kenya, ha firmato alcune poesie con un appellativo in lingua kiswahili, Maua linanuka (fiori che profumano) e Maua linatoua (fiori che fioriscono): non solo un semplice richiamo al proprio cognome quanto, forse, un riferimento alla bellezza della vita di chi si spende, si dona, si mette nelle mani degli ultimi.
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