«Quante volte ho provato una voglia prepotente di tagliare questi legami per vivere una vita più libera e più intensa di lavoro e poi, rientrando in me stessa nella preghiera, vedevo che il vero eroismo per me era di superare me stessa e rimanere qui» Celestina Bottego
1910: una ragazza di quindici anni parte dagli Stati Uniti con la madre e arriva in Italia, a San Lazzaro Parmense, dove si riunisce al resto della famiglia nella grande casa dei nonni. Si chiama Celestina Bottego.
L’adolescente vivace, intelligente e sensibile diventa una donna affascinante, di grande fede e capace di toccare il cuore di tanti: dei poveri a cui dedica tempo e risorse, delle persone che grazie a lei si avvicinano a Dio, dei ragazzi e delle ragazze a cui insegna l’inglese, di amiche e amici con cui condivide l’amore per la cultura, la musica, i viaggi.
Alla soglia dei cinquant’anni riceve dal saveriano padre Giacomo Spagnolo la proposta di dare avvio al ramo femminile dell’Istituto missionario fondato da monsignor Guido Maria Conforti. Gli oppone un convinto rifiuto, ma in seguito, di fronte al ripetersi della richiesta, decide di accettare. Da allora sarà «la Madre», e così verrà ricordata anche dopo la morte sopravvenuta nel 1980.
Seguendo le tracce di Celestina Bottego negli ambienti in cui è vissuta, questo libro racconta di desideri e di scelte, di vie interrotte e di strade impreviste, di legami e di conflitti, di lacrime e di felicità.
Ne emerge lo stile inconfondibile di una donna pienamente umana e profondamente cristiana, indiscutibilmente forte e radicalmente mite.
Rita Torti
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