Vivere senza altro ideale che menar la gamba, per qualsiasi uomo credo che sia la pena maggiore, vorrebbe dire un tramonto molto scialbo.
Noi dobbiamo lasciare un’impronta di esseri vissuti. Io nella mia possibilità e vocazione di prete, tu nella tua vocazione di donna.
La sola cosa che valga al mondo è il poter portare un po’ di felicità nella vita degli altri. Io son più felice di te perché la mia vita è più sacrificata della tua.
Che piacere raccogliere un povero uccellino caduto fuori del nido, nutrirlo, insegnargli a volare, e quando è ben sviluppato dirgli: “Ora vola, vola, più in alto del sole ed ancora di più. Non voglio da te nessuna riconoscenza, a me basta che tu, da onesto, ti formi il tuo nido e ringrazi il buon Dio”.
(p. Clemente alla nipote Stellina da Mongping, 16 giugno 1968)
Clemente Vismara
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