«Dio mi ha dimostrato che devo decidermi se essere nazista o cattolico». 1938, Sankt Radegund, Alta Austria, nei pressi di Braunau, patria di Adolf Hitler. Il trentenne Franz Jägerstätter è sposato con Franziska, possiede una fattoria dove scorrazzano tre figlie che allietano un luminoso matrimonio cristiano.
Franz è l’unico che, nel suo paese, vota no al referendum sull’Anschluss con cui i nazisti si impossessano dell’Austria. Vangelo alla mano, Franz matura, in solitaria, una decisione radicale: non può professarsi cristiano e aderire a un Führer come Hitler, dispregiatore della dignità, nemico del cristianesimo, un dittatore che annichilisce l’individuo.
Quando riceve la chiamata alle armi, Jägerstätter sa cosa dire: che non può servire due padroni, l’uno irriducibile all’altro. E lui ha scelto il Dio della pace, non uno stato omicida che sta incendiando l’intera Europa.
Decapitato nello stesso carcere in cui fu recluso Dietrich Bonhoeffer, in queste pagine Franz Jägerstätter brilla come araldo della libertà di coscienza, un cristiano mite e assoluto, che la chiesa ha riconosciuto tardivamente come esempio di fede, un uomo capace di interrogarci ancora – come racconta Terrence Malick nel film La vita nascosta – per la sua prorompente scelta di verità.
«Jägerstätter rinunciò alla propria vita piuttosto che toglierla agli altri. Il suo ragionato e fermo rifiuto di combattere per la Germania era il modo di realizzare politicamente il suo desiderio di essere un perfetto cristiano. Alcuni che lo conobbero pensano sia stato un santo» Thomas Merton
«Jägerstätter era convinto della radicale opposizione fra essere cristiano e essere nazista. Ha affrontato l’intero Terzo Reich a mani nude. Con la sua educazione elementare e la sua semplice devozione capì le cose più di tanti politici» Claudio Magris Francesco Comina
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.